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Coronavirus, rischio crack per circa un terzo società e associazioni sportive del CONI

Nei giorni scorsi il sole 24 ore ha diffuso i dati, denunciando la possibile scomparsa di circa 40mila - 50mila società sportive professionistiche e dilettantistiche iscritte al registro del Coni che annovera più di 150.000 società e associazioni.

Questo grido d'allarme coinvolge anche la nostra pallacanestro, e in special modo il mondo della femminile, già provato negli anni da minori disponibilità economiche causate dalla poca visibilità e dal modo di pensare lo sport femminile in Italia.

E' evidente che questa pandemia non può che peggiorare la situazione gravando sulle aziende che, con i dipendenti in cassa integrazione non avranno di certo la priorità di sponsorizzare lo sport. Le misure finora adottate dal Governo a sostegno dello sport attraverso il Decreto Cura Italia non sembrano infatti essere sufficienti per reggere l’urto della crisi provocata dall’emergenza coronavirus, per questo, come spiega Francesco Ghirelli (presidente Lega Pro Calcio) al Sole 24 Ore, «abbiamo proposto l’introduzione di un incentivo fiscale per premiare le aziende che promuoveranno la propria attività attraverso campagne pubblicitarie effettuate da società e associazioni sportive, sia dilettantistiche che professionistiche. Si tratta di una misura cruciale per tutto lo sport italiano».

La misura, pensata dai consulenti di Pwc Tls, ricalca in parte quella già in essere relativa agli investimenti pubblicitari sui media e sarebbe così strutturata:


  • Un agevolazione fiscale pari al 30% degli investimenti effettuati dalle aziende in sponsorizzazioni verso società e associazioni sportive, con un incremento al 40% nel caso di campagne realizzate mediante strumenti digitali, e di un ulteriore 20% nel caso di investimenti fatti da microimprese, Pmi, e startup innovative del territorio.

  • L’incentivo all’azienda/sponsor sarebbe riconosciuto mediante il credito d’imposta in modo da portarlo in compensazione.

«L’impatto per i conti pubblici di questa sponsorizzazione 4.0», spiegano al Sole 24 Ore, i consulenti di Pwc Tls, «deve tener conto del limite di accesso al credito d’imposta ad oggi vigente pari a un tetto di 200 mila euro e dell’effetto emersione del “nero” che si potrebbe generare».

Si varia perciò da un minimo (più probabile) di 240 a un massimo di 432 milioni. Dai calcoli poi il “costo” risulterebbe interamente spesato già dal primo anno, garantendo la continuità aziendale per gli anni successivi a tutte le società sportive e assicurando il relativo gettito all’Erario.

Questa proposta, che potrebbe servire per compensare le perdite dovute alle sponsorizzazioni è stata avanzata. Non dimentichiamo però, che il problema delle sponsorizzazioni sopratutto delle società dilettantistiche risale ad anni orsono ed è il frutto di anni di utilizzo impunito della pratica delle sopra-fatturazioni delle sponsorizzazione sportive, ad oggi, ci sono maggiori controlli e questo giochino è diventato pericolosissimo.



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