Giovanili ferme, ma qualche società adotta filosofie alternative

Come tutti sanno, o almeno dovrebbero sapere le attività dei settori minibasket, giovanili e regionali della Federazione italiana pallacanestro sono, per rispetto del DPCM ferme, salvo per i centri sportivi con possibilità di svolgere attività all'aperto e di quelle società (poche) che possono godere di fruizione esclusiva di campetti esterni (fatte salve le condizioni atmosferiche).

Questa per quanto discussa è stata la posizione presa dalla FIP, mentre altre Federazioni e Enti di promozione sportiva, per aggirare le disposizione governative, hanno dichiarato che le loro categorie giovanili sono di interesse nazionale, il Coni ha avvallato tutte le dichiarazione e cosi possono aprire le porte delle palestre rispettando i protocolli vigenti che prevedono santificazioni, distanziamenti, mascherine, misurazione temperatura e detersione delle mani.

Alcune società hanno deciso visto l'irremovibilità della Fip di aggirare il problema affiliandosi ad altri enti sportivi (come il CSI ad esempio), altri hanno preso un altra filosofia a nostro avviso quanto meno borderline, cioè avendo categorie dichiarate di interesse nazionale FIP (A1 e A2 femminile), essendo che da disposizioni organizzative annuali si possono inserire in lista gare le atlete nate fino al 2006 hanno pensato di fare il tesseramento nazionale e cosi di farle allenare.

Se qualcuno potrebbe dire che bravi bella pensata, noi pensiamo invece che questo sia il vero male del nostro movimento femminile, che ognuno pensa per se, mentre se si pensasse globalmente e si lavorasse localmente i risultati a tutti i livelli sarebbero migliori. In questo momento stiamo rischiando tanto e se invece di fare la gara a chi riesce ad aggirare normative e regolamenti cercando i cavilli per uscirne, si facessero veramente proposte costruttive e collettive si raggiungerebbero assieme i risultati.

Cantare da soli è bello, ma vuoi mettere la potenza di un coro?

S.Z.